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Agenzie recapito: a rischio 2.500 posti di lavoro
» 27.06.2007
Giovanni Giannone, presidente Consorzio proposte 2000, dopo aver ricordato che le Agenzie di recapito nascono nel 1925 e che nel 1999 il Governo Italiano, nel recepire la direttiva 97/67 CE, decise di liberalizzare il servizio postale eliminando, di fatto, le concessioni governative con lo scopo esplicito di concedere a Poste il diritto unico ad esercitare il servizio postale, togliendo di torno qualunque forma di concorrenza e obbligandole, nel contempo, a fare lavorare le Agenzie di recapito.
"Poste assorbi nel 2000 tutti i nostri clienti, affidandoci in cambio un analogo fatturato di recapiti di loro raccomandate dirette sulle città dove erano presenti le Agenzie di recapito: il tutto fino alla liberalizzazione del mercato che nel 2000 era fissato per il 2006. E così si arriva al bando di gara del maggio scorso emesso da Poste S.p.A.: non dettaglia assolutamente come siano formati i lotti, non specifica i servizi da effettuare, nè come avvengono gli affidi, quali siano i compiti affidati ai nostri dipendenti e descrive in maniera molto sintetico il volume annuale di lavoro senza accennare ai flussi di utilizzo delle nostre strutture. Nel contratto Poste non assume impegni sul fatturato e si riserva di dare,togliere a suo insindacabile giudizio gli affidi di lavoro, violando le più elementari norme sugli appalti".
"Come imprenditori postali privati ", ha dichiarato il Presidente di FISE ARE, l’ing. Michele Florio, "abbiamo purtroppo dovuto constatare la non disponibilità di Poste Italiane SpA a modificare i bandi di gara che non rispondono in alcun modo allo spirito ed ai contenuti della lettera della risoluzione della Commissione Trasporti del 28.11.2006 votata all’unanimità dal Parlamento.
I nuovi servizi previsti dal bando di gara , oltre a discriminare gli operatori, destrutturano le aziende private ed impediscono alle stesse di giungere ' in piedi ' al momento della liberalizzazione con immediate gravi conseguenze occupazionali del settore privato.Avere aziende private efficienti per avere un processo di liberalizzazione virtuoso che sviluppi il settore ai livelli europei è un interesse nazionale di cui la Commissione trasporti alla unanimità è perfettamente cosciente.
Pertanto, le aziende del settore non parteciperanno a tale gara, a meno che Poste Italiane non voglia sostituire l’attuale bando e, nel frattempo, prorogare dei mesi necessari gli accordi in essere".
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