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Commissione VIII e IX - Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, sulle linee programmatiche del suo dicastero - del 1° dicembre 2022 - Sintesi diretta web.

» Circolare n° 18/2022/FE del 02.12.2022

Gentili tutti,

riporto di seguito, per opportuna conoscenza se non già nota, la sintesi dell’intervento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle linee programmatiche del suo dicastero nelle audizioni di ieri nelle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati.

Per quanto riguarda la portualità si evidenziano i passaggi relativi a:

  • Revisione del Codice Appalti i cui si afferma la necessità di “evitare un uso pretestuoso degli strumenti di salvaguardia”, essendo quell’uso frequentemente causa di significativi allungamenti dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche anche nei porti;
  • Valorizzazione della logistica;
  • Previsione di investimenti nei porti;
  • Previsione di una riforma della governance dei porti – i cui contenuti non vengono però anticipati – salvo il fatto che “i porti devono rimanere pubblici”.

Confidando di aver fatto cosa utile, si inviano cordiali saluti

Paolo Ferrandino

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Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) e Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX) della Camera – Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, sulle linee programmatiche del suo dicastero – del 1° dicembre 2022 – Sintesi diretta web.

Il Ministro Salvini riferisce inizialmente come in questi primi 40 giorni di legislatura abbia trovato una serie di criticità sia per quanto concerne l’allocazione delle risorse che nella concreta realizzazione degli interventi. Le criticità riscontrate poi riguardano anche l’organizzazione del Ministero, che ha un problema di risorse, di coordinamento tra strutture e comitati vari e ci sono alcune lacune che devono essere colmate.

Quanto al personale, il Ministro ricorda le croniche carenze di organico (motorizzazioni che negli anni 2000 avevano 7.000 dipendenti e oggi non arrivano a 2.600, oppure i provveditorati regionali che ne contano circa 1.400). Anche i trattamenti economici non sono in linea con altri ministeri strategici e non sono competitivi anche ai fini dell’attrattività. Il Ministro sottolinea la mancanza di solide linee di coordinamento tra alcune componenti del Ministero, oltre a profili problematici relativi all’allocazione delle risorse.

Le opere pubbliche sono finanziate solo in parte e con diverse fonti e vi sono 8 miliardi di residui, con un elevato numero di autorizzazioni di spesa alcune risalenti anche a 20 anni fa. Vi sono 117 opere affidate a 42 commissari e nei giorni scorsi ha richiesto proprio ai commissari una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori. Il Ministro ritiene che un commissario non possa essere efficace se i fabbisogni sono gran lunga superiori alle risorse che ha a disposizione. Il più delle volte lavorano senza strutture ad hoc e si servono dell’ente sostituito, Anac e RFI. Ricorda inoltre che il commissario ha compenso pari a zero.

Quanto al PNRR, il Ministero è titolare di 40 miliardi di euro di risorse con 57 tra traguardi e obiettivi - 47 investimenti e 10 riforme (tra le riforme manca solo quella relativa alla piattaforma di porti e interporti, ma ritiene che si farà rispettando i tempi previsti). Alcuni dei 47 investimenti, come ad esempio la sperimentazione dell’idrogeno (stazioni ferroviarie e autostrade), presentano problemi anche solo all’approvvigionamento dei mezzi sul mercato.

Il Ministro poi rileva anche ritardi diffusi sulle procedure (es. sul tratto dell’AV Salerno – Reggio Calabria non è stato ancora definito con i territori il tracciato). Altre opere sono in netto ritardo e i finanziamenti sono solo in minima parte dalle fonti UE.

Quanto al settore idrico, il PNRR destina 2 miliardi per dighe e invasi e 900 milioni per le perdite idriche.

Quanto al settore idrico, il PNRR destina 2 miliardi per dighe e invasi e 900 milioni per le perdite idriche.

Sulla questione impatto del caro materiali, il Ministro ricorda il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili con 5,9 miliardi di euro a disposizione.

uiaWQqQuanto ad ANAS e RFI, in legge bilancio 2022 vi sono 4,55 miliardi per Anas (definizione delle priorità) e si chiede perché in questi undici ultimi mesi non siano già state ripartite. Con RFI ricorda il nuovo contratto di programma con contenuti rivisti rispetto a quelli presi dal Governo precedente.

Quanto ai fondi di sviluppo e coesione, il Ministro ricorda il termine del 31 dicembre 2022 per l’assunzione delle obbligazioni pena il definanziamento. Su 21,4 miliardi totali al 31 ottobre sono stati impegnati solo 8,8 miliardi. Le risorse sono assegnate a un numero ampio di soggetti ed è difficile stabilire le responsabilità, tuttavia, possono essere ricondotte all’assenza di progetti concreti e all’incapacità dei soggetti attuatori.

Con il Ministro Fitto si sta pensando a come salvare le predette risorse.

Un punto qualificante di questi primi giorni di Governo è la revisione del Codice degli Appalti. Dopo la legge delega è stata istituita un’apposita Commissione speciale presso il Consiglio di Stato che ha elaborato una prima bozza del testo. Ora, attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, è stata aperta una consultazione telematica su invito che ha visto pervenire 60 contributi. Il Ministero sta facendo il testo recependo laddove possibile il contenuto di queste osservazioni. Il Ministro ricorda altresì la necessità di una procedura maggiormente semplificata per i grandi progetti autostradali (es. la Gronda di Genova).

Degli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari vi è senza dubbio il Ponte sullo stretto (che il Ministro considera non più rinviabile). In primis, una norma nella legge di bilancio avvia percorso per la revoca dello stato di liquidazione della società Stretto di Messina al fine di superare il contenzioso pendente. Il Ponte non è la soluzione di tutti i mali, ma una parte di un puzzle più ampio che intende collegare Palermo a Berlino.

Occorre inoltre una nuova programmazione sulle opere non prioritarie e sulle risorse inutilizzate a carico del bilancio.

Quanto alla tematica della revisione dei prezzi, il Ministro indica una disposizione contenuta nella legge di bilancio 2023 per l’introduzione di misure di compensazione a favore delle stazioni appaltanti in difficoltà pari a 3,2 miliardi di euro.

Il Ministro poi elenca una serie di misure contenute nella legge di bilancio 2023 relative al settore dei trasporti e delle infrastrutture (dal Codice della Strada al terzo lotto costruttivo della TAV, dai 2,2 miliardi per la Metro C ai 400 milioni per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, fino ai 350 milioni per i carburanti).

Il Ministro poi passa in rassegna una serie di iniziative future.

In primo luogo, il Ministro ritiene inderogabile intervenire sulle procedure. Ricorda come siano ancora in corso le opere finanziate dalla legge obiettivo del 2001 e attualmente ben 117 opere sono commissariate. Ritiene debba essere rivisto il Codice con l’introduzione di procedure snelle e veloci. Quanto alle legittime e fondamentali esigenze di tutela ambientale, il Ministro rileva come loro stessi siano i primi a porsi delle domande, poiché ritiene sia doveroso evitare un uso pretestuoso degli strumenti di salvaguardia. Le modifiche al Codice vanno – senza abbassare il livello delle tutele – improntate alla massima semplificazione.

In secondo luogo, il Ministro si sofferma sulla messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, in quanto vetustà e scarsa manutenzione eseguita negli anni hanno raggiunto livelli elevati (18.000 ponti e viadotti di cui oltre 1.000 monitorati). Il Ministro inoltre ritiene di dare massima attenzione alle opere pubbliche e alla loro realizzazione con alti standard ambientali e costruttivi.

Il Ministro indica anche il tema della sicurezza stradale, il quale vedrà – in uno con gli altri Ministeri competenti – l’avvio di un Piano di educazione nelle scuole, oltre al tema della manutenzione delle infrastrutture, in cui sono fondamentali le regole tecniche, ma anche il quadro regolatorio e sanzionatorio.

Sul tema del Codice della Strada dovrà essere rivisitato con l’attenzione alle nuove forme di mobilità: il tutto va normato e accompagnato al passo coi tempi.

Sul versante dei trasporti e della logistica, il Ministro ricorda nuovamente la carenza di personale nelle motorizzazioni civili e nei provveditorati che inficia il livello dei servizi. Occorre, infatti, un ripensamento del modello nel suo complesso, con specifico riguardo alla digitalizzazione e al contributo dei privati. Soluzioni come quella della esternalizzazione della revisione dei mezzi pesanti hanno dato i risultati attesi, ma esistono tuttora troppe disparità a livello territoriale (Cagliari e Firenze sono fuori dall’ordinario). Ciò – secondo il Ministro – è parzialmente dovuto a una diversa appetibilità delle sedi di lavoro. Quanto alla logistica, il Ministro reputa che debba uscire dal cono d’ombra. Si deve procedere a una valorizzazione complessiva in grado di determinare miglioramenti tangibili. Occorre, inoltre, potenziare il ferrobonus e il marebonus, nonché favorire l’intermodalità. Vanno riprese le autostrade del mare e spostare così il traffico merci dalla gomma e dalle strade.

Sul sistema portuale, il Ministro ritiene che vada data una attenzione massima al tema della riforma della governance. I porti – ad ogni buon conto – devono rimanere pubblici. In tema, vanno previsti investimenti e va stimolata la concorrenza tra gli operatori.

Il Ministro poi intende ringraziare il Corpo delle Capitanerie di Porto e della Guardia Costiera, circa 11.000 persone che lavorano con impegno e professionalità. Vanno, in questo caso, potenziate le funzioni marittime anche in termini di sviluppo tecnologico.

Sugli aeroporti, ricordando la consultazione ENAC degli stakeholders, il Ministro ritiene si debba superare la logica campanilistica e reputa che il trasporto merci via aereo debba essere valorizzato (es. scali Brescia e Montichiari)

In tema di edilizia statale e rigenerazione urbana, il Ministro indica come lo Stato abbia spesso in passato rinunciato all’opera di programmazione, impoverendo così il patrimonio abitativo. Occorrono nuovi progetti residenziali lungo le seguenti tre direttrici: regolatorio, programmatorio e finanziario. Passi in avanti sostanziali sono stati fatti con il progetto per la qualità dell’abitare (PINQUA) con 159 proposte progettuali per 2,82 miliardi presentate da Comuni e Regioni. L’edilizia deve essere di alta qualità con standard urbanistici sostenibili sia dal punto di vista energetico che ambientale, anche e soprattutto nelle periferie. Qui servirà un contributo fattivo del Parlamento.

Quanto al piano dighe su cui si sta lavorando con il tema invasi, il Ministro ricorda le 580 dighe monitorate dal Ministero. Quanto, in fine, alla tematica del personale, il Ministro cita l’esempio dei concorsi, in cui per ruoli rilevanti (ingegneri) non si riescono a esaurire i posti in graduatoria perché chi può va altrove.